Pietro e Dante sono i protagonisti di questo documentario insieme al paesaggio
sconfinato e suggestivo, ultimi testimoni di un mondo rurale ormai perso nel
tempo. Ci troviamo al Salto del Cieco, dove sorgeva la dogana tra lo Stato
Pontificio ed il Regno delle due Sicilie. Pietro è un eremita che ha vissuto
per 30 anni su un rudere in mezzo alle montagne della Valnerina, senza energia
elettrica né acqua corrente. Ora ha trovato una sistemazione più accogliente,
ma spesso torna nella sua casa di montagna, che dista 2 ore di cammino dalla
attuale dimora. Dante si dedica ai lavori agricoli e recupera cani abbandonati
per strada. Qui la natura regna incontrastata e il ritmo delle stagioni
dipinge squarci di autentica poesia.
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Madonie Film Festival 2023 - Menzione d'Onore
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Pietro Lentini ha vissuto per 30
anni sul Monte Aspra, in un rudere in mezzo al bosco a 1000 metri di
altitudine. Ora vive sul paesino di Colleolivo nel comune di Ferentillo
(TR). Da tutti è conosciuto come Pietro l'eremita.
Dante Pellini
ha sempre vissuto a Castellonalto di Ferentillo: ha lavorato all' ASM di
Terni. In gioventù percorreva a piedi decine di chilometri ogni giorno per
recarsi al lavoro. Molti anni fa, girando per i boschi alla ricerca dei
tartufi, si è imbattuto in Pietro. Dapprima spaventato da quest' uomo
sconosciuto e dall'aspetto trasandato, poi ne ha riconosciuto le sue qualità
d'animo, diventando suo amico. Entrambi vivono da soli in questi due paesini
speculari della Valnerina: Colleolivo e
Castellonalto.
Trailer
Backstage
TRA CIELO E TERRA
Oggi è più facile andare sulla Luna a piedi che rifare la vita che faceva
la gente 50 anni fa”, dice Dante, anziano abitante della piccola frazione
di Castellonalto sulle montagne della Valnerina. Una vita dura ma
semplice, fatta di lavori sfiancanti che i pochi abitanti delle frazioni
di Castellonalto e Colleolivo ancora conducono, allevando mucche o
coltivando la terra. È quello che racconta il regista Andrea Sbarretti in
“Su queste montagne” che chiude la trilogia dell’Appennino dopo “Lontano
da tutti”, film che racconta l’esilio di un uomo nei rilievi del
Terminillo, e “Il lento inverno”, ambientato a Norcia e Castelluccio dopo
il terremoto. Il regista segue i protagonisti nel loro quotidiano,
raccogliendo i loro ricordi e le loro riflessioni sulla vita, sui
cambiamenti della società, sulle loro esperienze. “Io avevo girato tanto,
invece ho imparato di più stando sempre fermo sullo stesso posto.
Sprofondai così in una preghiera che non ero più in terra, ero più rivolto
al cielo che in terra”, racconta Pietro, giunto dall’Olanda 30 anni fa per
cambiare definitivamente vita, e trovando sulle vette dell’Appennino umbro
la sua dimensione e una grande amicizia con Dante, inizialmente spaventato
dal suo aspetto e dalla scelta di fare l’eremita a circa 1000 metri di
altitudine. I due amici sono i protagonisti di questo documentario insieme
al paesaggio sconfinato e suggestivo, ultimi testimoni di un’epoca che non
c’è più, di un’esistenza lontana dal trambusto della vita “moderna”. Con
loro il giovane Manuel che ha scelto la solitudine delle montagne alla
frenesia della città, e Fabiano e suo padre Alfredo che allevano mucche in
alta montagna percorrendo ogni giorno 10 chilometri di strade impervie. Un
documentario che mostra un luogo “sospeso tra cielo e terra”, quasi un non
luogo dove il tempo degli abitanti è scandito dalla natura, dalle
stagioni, in una quiete irreale, in cui è piacevole e istruttivo ascoltare
in particolar modo le profonde e sagge riflessioni di Pietro.
Caterina Sabato - Cinemaitaliano.info
Pietro ora vive a Colleolivo, un paesino situato sopra Precetto di Ferentillo
(TR) a circa 600 mt slm. In inverno gli abitanti si contano sulle dita di una
mano: in estate il numero aumenta di poco. Qui passa le sue giornate in
preghiera, facendo a meno dei bisogni più essenziali. Può stare anche intere
giornate senza cibo, in solitudine ed immerso nel silenzio.
Dante è abituato a vivere all'aria aperta, ha percorso migliaia di chilometri
nei boschi alla ricerca di tartufi. E' sua la frase << è più facile andare sulla
luna a piedi, piuttosto che rifare la vita che si faceva 50 anni fa>>.
Alfredo è un altro protagonista di questa storia dal sapore antico. Ogni giorno
deve badare alle mucche ed ai cavalli che alleva in alta montagna. Deve
procurare loro cibo ed acqua. Vento, pioggia e neve non lo impensieriscono.
Fabiano ha ereditato le tradizioni della montagna da suo padre Alfredo:
sacrificio e perseveranza sono caratteristiche care agli abitanti di queste
zone, dove la fatica è pane quotidiano ed il rapporto con gli animali diventa
simbiotico.
Manuel è uno dei pochi giovani che ancora porta avanti le tradizioni tipiche
di questi rilievi montuosi. Ha scelto la solitudine ad una vita frivola
dedicandosi alle attività agricole della famiglia, ultimo baluardo che si
frappone all'avanzata della modernità.
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