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SU QUESTE MONTAGNE - On these mountains

Pietro e Dante sono i protagonisti di questo documentario insieme al paesaggio sconfinato e suggestivo, ultimi testimoni di un mondo rurale ormai perso nel tempo. Ci troviamo al Salto del Cieco, dove sorgeva la dogana tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle due Sicilie. Pietro è un eremita che ha vissuto per 30 anni su un rudere in mezzo alle montagne della Valnerina, senza energia elettrica né acqua corrente. Ora ha trovato una sistemazione più accogliente, ma spesso torna nella sua casa di montagna, che dista 2 ore di cammino dalla attuale dimora. Dante si dedica ai lavori agricoli e recupera cani abbandonati per strada. Qui la natura regna incontrastata e il ritmo delle stagioni dipinge squarci di autentica poesia.

 

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Pietro Lentini ha vissuto per 30 anni sul Monte Aspra, in un rudere in mezzo al bosco a 1000 metri di altitudine. Ora vive sul paesino di Colleolivo nel comune di Ferentillo (TR).  Da tutti è conosciuto come Pietro l'eremita.

Dante Pellini ha sempre vissuto a Castellonalto di Ferentillo: ha lavorato all' ASM di Terni. In gioventù percorreva a piedi decine di chilometri ogni giorno per recarsi al lavoro. Molti anni fa, girando per i boschi alla ricerca dei tartufi, si è imbattuto in Pietro. Dapprima spaventato da quest' uomo sconosciuto e dall'aspetto trasandato, poi ne ha riconosciuto le sue qualità d'animo, diventando suo amico. Entrambi vivono da soli in questi due paesini speculari della Valnerina: Colleolivo e

Castellonalto.

Trailer

Backstage

 

TRA CIELO E TERRA
Oggi è più facile andare sulla Luna a piedi che rifare la vita che faceva la gente 50 anni fa”, dice Dante, anziano abitante della piccola frazione di Castellonalto sulle montagne della Valnerina. Una vita dura ma semplice, fatta di lavori sfiancanti che i pochi abitanti delle frazioni di Castellonalto e Colleolivo ancora conducono, allevando mucche o coltivando la terra. È quello che racconta il regista Andrea Sbarretti in “Su queste montagne” che chiude la trilogia dell’Appennino dopo “Lontano da tutti”, film che racconta l’esilio di un uomo nei rilievi del Terminillo, e “Il lento inverno”, ambientato a Norcia e Castelluccio dopo il terremoto. Il regista segue i protagonisti nel loro quotidiano, raccogliendo i loro ricordi e le loro riflessioni sulla vita, sui cambiamenti della società, sulle loro esperienze. “Io avevo girato tanto, invece ho imparato di più stando sempre fermo sullo stesso posto. Sprofondai così in una preghiera che non ero più in terra, ero più rivolto al cielo che in terra”, racconta Pietro, giunto dall’Olanda 30 anni fa per cambiare definitivamente vita, e trovando sulle vette dell’Appennino umbro la sua dimensione e una grande amicizia con Dante, inizialmente spaventato dal suo aspetto e dalla scelta di fare l’eremita a circa 1000 metri di altitudine. I due amici sono i protagonisti di questo documentario insieme al paesaggio sconfinato e suggestivo, ultimi testimoni di un’epoca che non c’è più, di un’esistenza lontana dal trambusto della vita “moderna”. Con loro il giovane Manuel che ha scelto la solitudine delle montagne alla frenesia della città, e Fabiano e suo padre Alfredo che allevano mucche in alta montagna percorrendo ogni giorno 10 chilometri di strade impervie. Un documentario che mostra un luogo “sospeso tra cielo e terra”, quasi un non luogo dove il tempo degli abitanti è scandito dalla natura, dalle stagioni, in una quiete irreale, in cui è piacevole e istruttivo ascoltare in particolar modo le profonde e sagge riflessioni di Pietro. Caterina Sabato - Cinemaitaliano.info

 

Pietro ora vive a Colleolivo, un paesino situato sopra Precetto di Ferentillo (TR) a circa 600 mt slm. In inverno gli abitanti si contano sulle dita di una mano: in estate il numero aumenta di poco. Qui passa le sue giornate in preghiera, facendo a meno dei bisogni più essenziali. Può stare anche intere giornate senza cibo, in solitudine ed immerso nel silenzio.

 

Dante è abituato a vivere all'aria aperta, ha percorso migliaia di chilometri nei boschi alla ricerca di tartufi. E' sua la frase << è più facile andare sulla luna a piedi, piuttosto che rifare la vita che si faceva 50 anni fa>>.

 

Alfredo è un altro protagonista di questa storia dal sapore antico. Ogni giorno deve badare alle mucche ed ai cavalli che alleva in alta montagna. Deve procurare loro cibo ed acqua. Vento, pioggia e neve non lo impensieriscono.

 

Fabiano ha ereditato le tradizioni della montagna da suo padre Alfredo: sacrificio e perseveranza sono caratteristiche care agli abitanti di queste zone, dove la fatica è pane quotidiano ed il rapporto con gli animali diventa simbiotico.

 

Manuel è uno dei pochi giovani che ancora porta avanti le tradizioni tipiche di questi rilievi montuosi. Ha scelto la solitudine ad una vita frivola dedicandosi alle attività agricole della famiglia, ultimo baluardo che si frappone all'avanzata della modernità.

 

 

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